Abbazia di S. Emiliano e S. Bartolomeo in Congiuntoli, cronaca fotografica della visita guidata dal gentilissimo e documentato Sig. Giovanni Raggi.
L’Abbazia di Sant’Emiliano in Congiuntoli è un monastero benedettino fondato nel secolo X sui confini del Ducato di Spoleto, attualmente in comune di Scheggia e Pascelupo. San Pier Damiani (1007-1072), priore del vicino eremo di Fonte Avellana, afferma che san Domenico Loricato(+ nel 1060) gli chiedeva di ritirasi frequentemente per vivere da eremita in un piccolo eremo non lontano dal monastero di Congiuntoli. Si ipotizza che l’eremo in cui si ritirava san Domenico Loricato fosse quello di san Girolamo di Pascelupo alle falde di Monte Cucco. Nel 1414 nel monastero di Congiuntoli erano rimasti 3 monaci; poco dopo, essendo restato privo di religiosi, fu dato in commenda: uno dei più famosi abati commendatari è stato il celebre Cardinale Bessarione detto il Niceno nella metà del XV secolo. Nel 1781 era commendatario il cardinale Antonio Maria Doria-Panfili(†1821), della nobile famiglia eugubino-romana e i suoi beni rendevano 600 scudi.
Edificato in territorio della diocesi di Gubbio, al confine con la diocesi di Nocera Umbra, su una lingua di roccia alla confluenza del fiume Sentino con il torrente Rio Freddo fu dedicato a uno dei martiri della Numidia, Emiliano, soldato cinquantenne dell’esercito imperiale romano, ucciso all’epoca di Valeriano (253-260)le cui reliquie furono portate a Gubbio nel sec. VI-VII, da vescovi africani fuggiti in Italia durante le persecuzioni Vandaliche. Nel ‘700 passò alla diocesi di Nocera e la chiesa era officiata dal parroco di Montelago di Sassoferrato che nel 1930 cedette i suoi diritti al parroco di Perticano.
Ai più famosi martiri del gruppo, Mariano e Giacomo, è dedicata invece,la cattedrale eugubina.
Notevole la chiesa romanico-gotica a due navate; adornavano le pareti fino al 1906, dipinti di scuola riminese del sec. XIV, tra cui una Madonna con il bambino in braccio, un santo vescovo, s. Caterina di Alessandria e s. Lucia.Fino agli inizi del ‘900 i vescovi raffigurati erano due,ma con il distacco, uno è rimasto mentre l’altro è stato portato nel museo romano di piazza Venezia, pertanto si ipotizza che siano raffigurati i due vescovi martiri africani della Numidia Secondino e Agapio. L’affresco ora è conservato nella pinacoteca di Fabriano.
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