Istanbul. Si fa presto a dire Bazar ma, nonostante il pensiero corra immediatamente al labirinto del grande mercato ricco di stoffe, vetri, ceramiche, aromi, colori, profumi e caos, va detto che in riva al Bosforo ogni angolo ospita mercanzie, curiosità e oggetti che ovunque al mondo non dico introvabili ma sicuramente di difficile reperibilità. Settori cittadini dedicati alla frutta, al pesce, a cibi di ogni genere, alla ristorazione e poi elettronica, meccanica, oreficeria, nautica, subacquea, telefonia, ferramenta, autoricambi, pneumatici, elettricità, libri, strumenti musicali, antiquariato, vestiti, scarpe, informatica, e così via in una infinita lista dove, a pensarci bene, non sono gli oggetti sfarla da padrone. Le persone, l’umanità, emerge comunque ed ovunque.