L’impiego di un’energia per raggiungere uno scopo determinato. È sufficiente questa sintetica espressione, con la quale i dizionari della nostra lingua descrivono il Lavoro, per ricondurre al sostantivo tutta la passione, la vitalità e l’ingegno che i produttori di arte, gli artisti, mettono in campo.Nel corso della storia si è dibattuto molto di più circa lo scopo che non del merito dell’energia profusa che raramente è in discussione. Naturalmente il dibattito relativo al fine rimane inevitabilmente aperto. Gli antichi greci, attraverso la scultura, che della loro civiltà è uno degli aspetti più conosciuti, in considerazione che, se l’uomo era l’immagine del Divino, tendevano alla perfezione nel rappresentare con la scultura, regina delle arti, la figura umana, il ragionamento, la caparbietà e i tanti fattori che la storia ben ci descrive, hanno contribuito alla realizzazione di capolavori assoluti che in tanti casi, si pensi ai famosi Bronzi di Riace, danno un senso al concetto latino – Ars Imago Dei – e quindi ci aiutano a individuare lo scopo dell’arte e dare il valore di Lavoro all’energia impiegata.
Viene spontaneo fare ragionamenti analoghi anche relativamente ad altre espressioni artistiche, ad esempio la musica. Per anni ho cantato in un coro e devo dire che mai ho provato sensazioni intense come contribuendo all’esecuzione di brani, cito giusto ad esempio: la Lacrimosa, lo Stabat Mater. Le mie percezioni confortano il ragionamento per cui l’Arte è Lavoro perché è energia incanalata verso uno scopo. Queste considerazioni diventano più difficoltose in presenza di espressioni artistiche della complessa modernità che spesso ci lasciano interdetti e che spingono molti a troncanti giudizi. Qui ci addentriamo in un vasto territorio di opinioni e considerazioni per le quali chiamo in soccorso la saggezza che i latini esprimevano in sintetiche frasi, Ars non habet inimicum nisi ignorantem. È indubbio che l’ignoranza sia un grande nemico di molte attività umane, dell’Arte lo è al massimo esponente.
Fin qui, parlando di arte e lavoro anzi dell’arte che è lavoro ho sviluppato il ragionamento intorno all’artista, il protagonista principale, mentre produce, merita speciale attenzione anche tutto l’indotto che il lavoro dell’artista genera prima e dopo la “creazione”. Curando e organizzando da anni la partecipazione di artisti alle fiere dell’arte italiane e turche sono in grado di redigere un elenco non esaustivo di annessi e connessi connessi che spingono un enorme volano di economia / lavoro, come gli acquisti di materiale per produrre: tele, colori, pennelli, scalpelli, marmo, bronzo, apparecchi fotografici, telai, cornici stampa di immagini… Acquisto di materiale e servizi di viaggio e trasporto: imballi, protezioni, spedizioni, biglietti aerei, hotel ristoranti… Acquisti strettamente connessi l’evento espositivo: iscrizioni, cataloghi, pubblicità, recensioni critiche…
Credo sia evidente a chiunque che stiamo parlando di un movimento economico di straordinaria potenza, lavoro che genera lavoro. Anzi ancora meglio: genio che sviluppa talento sostenuto da inesauribile energia che produce lavoro. Anche questo processo è Arte.