Iros Marpicati al Chiostro …suggestioni di una serata d’estate in un angolo magico della Roma rinascimentale con le opere dell’artista lombardo che… “dipinge un viaggio nel labirinto di un mondo meccanico e artificiale, la prigionia e l’abbandono dei corpi, gli ingranaggi che si fanno paesaggio e una luce che offre una speranza di salvezza: su queste coordinate si muove il lungo percorso dell’artista nella sua lenta sintesi che ha trovato la qualità di una combinazione sempre più accentuata dei suoi aspetti formali e metaforici. L’opera di Marpicati unisce in modo del tutto personale la visione di taglio sociale e psicologico che indaga l’alienazione e la solitudine dell’uomo contemporaneo, la classicità dell’eros dei nudi addormentati, la pittura di paesaggio urbano, periferico e industriale e l’astrazione geometrica: una serie di elementi che formano un quadro complesso e articolato in cui possiamo trovare un’acuta rielaborazione di alcune delle linee forti dell’arte italiana e internazionale tra Ventesimo e Ventunesimo secolo. L’atmosfera di inquietudine e di allucinata contraddizione dei quadri di Marpicati è aumentata dunque dal contrasto tra la stesura piatta, astraente e bidimensionale delle architetture e dei congegni e la vibrante definizione pittorica dei corpi giovani maschili e femminili, addolciti e resi ancora più sensuali dalla levità delle ombre trasparenti e quasi leonardesche che modellano lo sfumato delle loro anatomie ammorbidite dall’abbandono e dal sonno. Grazie a questa soluzione emblematica Marpicati raggiunge un misterioso stato di sospensione, a metà tra minaccia e speranza, che si esalta in una visionarietà volutamente contraddittoria che non lascia comprendere quale sia il sogno e quale la realtà, se le figure stiano sognando questo mondo ostile o se siano l’ultima propaggine di una forma di vita destinata a scomparire nell’abbraccio avvolgente e inesorabile delle macchine, un’estrema scintilla di luce allo stesso tempo terrena e trascendente che scioglie l’umanità da un giogo opprimente e distruttivo e che apre le strade del labirinto alle figure che si stagliano all’orizzonte nella luce di una nuova liberazione.”
Testi in catalogo di Lorenzo Canova e Carlo Fabrizio Carli
http://www.youtube.com/watch?v=UZLYspOD-K8