Crack Ho incontrato Fabio in Facebook e immediatamente ho pensato che i sui lavori sono una storia da da raccontare e da vedere e senza esitazione, con entusiasmo, li propongo.
Fabio de Santis Scipioni è un artista che con il ciclo pittorico “Crack”, si afferma nell’ambito di quella che considero arte “di reportage”, con la forza di chi impugna oggetti metallici contundenti per stigmatizzare universalità apparentemente disarmanti.
Dico apparentemente poiché l’essere disarmante davanti a qualcosa può lasciare interdetti, perplessi ma anche delusi. Dimitri Ruggeri
La pittura di Fabio De Santis crea in modo differente e parallelo situazioni misteriose, immagini indecifrabili, accostamenti incongrui ed ermetici dove un sibillino subacqueo dalla pelle nera tiene una statuetta per alludere allo stadio plumbeo e abbrunato della nigredo, metafora alchemica composta attraverso codici iconici contemporanei del mistero che ritornano in forme diverse in un automobile biomorfica mutata in un cane da guardia o nei volti ghignanti e allucinati di ragazzi pervasi dal furore di una “estasi” chimica e lisergica. Anche il corpo si trasforma nel video di Francesca Fini, in una mutazione artificiale delle anatomie e della psiche, in un meccanismo crudele dove l’Io si riflette e si scompone negli specchi, dove l’identità si perde nella frantumazione delle tessere di un mosaico che riverbera la nostra immagine, la ingloba, la assorbe, la uccide, la moltiplica e la frantuma come in un labirinto di possibilità e di intrecci dispersi e disintegrati nei meandri allucinati di un universo parallelo dove abitano i nostri doppi spettrali. Lorenzo Canova