Orlando Allocca e’ a tutti gli effetti l’espressione matura di una scelta consapevole, e direi necessaria, per perseverare gli scopi della sua comunicazione. Quest’ultima e’ fondata sul suo alfabeto che attinge certamente alla fonte della storia dell’arte di cui Allocca è figlio. A tal proposito diventa facile intravedere nelle sue opere un linguaggio articolato fatto di: simboli, pittogrammi, geroglifici, caratteri, citazioni, gonfaloni, vessilli, cenci, drappelloni, pugnaloni. Tutte queste componenti provengono dalle piu’ remote latitudini del pianeta ma anche da vicine contrade della nostra Italia. Anche altri Maestri hanno fatto similmente, attingendo a pieno all’uso del colore, a questo punto, necessariamente e volutamente acrilico, per profittare al massimo dell’ elevata brillantezza e resa cromatica. Quella stessa resa che Orlando Allocca ottiene anche miscelandolo l’acrilico come un antico alchimista per generare sfumature, marcature, riflessi, sottili tracce, sottolineature che portano chi guarda in mondi sognati, in attimi vissuti della storia, di un paesaggio, ai colori del crepuscolo o a quelli dell’aurora. L’impiego del colore acrilico conferisce un’ulteriore opportunità all’artista permettendogli di dilatare la maturazione dell’opera in fase di elaborazione di pensiero e di darle corpo senza far evaporare neppure una stilla della “visione maturata” trasferendola sulla tela con tutta la velocità necessaria.