Neda Shafiee Moghaddam (Teheran, 1975) si esprime attraverso la scultura e il disegno, impiegati in installazioni site specific. Il tema della sua ricerca è quasi sempre il corpo. Nello specifico è il corpo femminile, che viene trasfigurato, trasformato e portato a forme essenziali, sulla scia di un ideale estetico che miscela figure apparentemente distanti tra loro – ad esempio la nota scultura risalente al paleolitico, raffigurante un’imponente donna nuda, conosciuta come Venere di Willendorf, e la verticale ed esile antropologia delle figure di Alberto Giacometti. L’artista iraniana dice la sua ingabbiando, o meglio inscrivendo, il corpo in un cubo, forma geometrica razionale della terza dimensione. Ne viene fuori il merito di aver contestualizzato il corpo femminile, simbolo esistenziale della fertilità e del movimento, in spazi scenici che danno l’idea di un flusso vitale inarrestabile.
Calogero Pirrera