Le tele di Claudio Giulianelli sono porte attraverso le quali è possibile entrare in una dimensione di magia dove leggenda storia e costume si mescolano e per chiunque diventa tangibile la scintilla che Hieronymus Bosch ha prodotto in Claudio nell’episodio che lui stesso ci descrive. Ogni dipinto è una narrazione anche quando una singola figura riempie la tela, per questo sempre ho avuto la sensazione che anche lo spirito di Pieter Bruegel il Vecchio si diverte a varcare le “porte” lasciate aperte dal nostro Maestro.
Parlare della mia pittura mi è difficile, di come nascono e prendono forma le figure che popolano i miei quadri. Sicuramente è stato determinante il mio amore per l’arte antica, amore nato da bambino durante le vacanze estive a Porto Ercole in Toscana ove i vecchi pescatori narravano la leggenda della morte di Caravaggio. Di quel pittore rimasi folgorato e la sua pittura entrò nel mio dna, iniziai a studiare i suoi quadri, uno ad uno, sia nello stile compositivo che nella tecnica. Poi, un giorno, durante una lezione di educazione artistica nella scuola media, vidi appeso alle spalle della mia professoressa un poster, in un angolo vi era riprodotto un particolare di un quadro di Hieronymus Bosch. Ne rimasi impressionato, pensavo si trattasse di un pittore contemporaneo tanta era, per me, il rappresentare un uomo con la faccia da pesce…. e si spalancò ai miei occhi il suo mondo magico ed ermetico che mi entrò nella pelle e nella mente. Si, mi è difficile parlare della mia pittura… Claudio Giulianelli