L’opera di Alessio Serpetti trasporta l’osservatore in atmosfere lontane e sospese, intrise di suggestioni esotiche e oniriche, che danno voce a presenze del sovrannaturale.
Vedute paesaggistiche e architettoniche, o ancora interni misteriosi fanno da sfondo alle opere di questo artista, diventando vere e proprie scenografie, capaci di accogliere presenze evanescenti e leggere proprio come i protagonisti di un sogno.
Serpetti ha sicuramente ricevuto il dono del talento per quello che riguarda l’abilità nella composizione grafica e nella gestione della luce, declinata con lirica intuizione in chiaroscuri e contrappunti ricchi di tensione emotiva. Il suo segno sottile ed essenziale ben si adatta all’utilizzo di matite, carboncino, grafite, pastelli e inchiostro di china, ricordando in questa scelta tecnica la perizia dei ritrattisti di fine Ottocento e dell’inizio del secolo scorso.
Nel suo lavoro il ricorso al colore è minimo, prevale piuttosto un elegante uso della monocromia, che lascia al segno il compito di svolgere una pregnante funzione narrativa. I contorni si fanno lievi, dando vita ad ambientazioni tratteggiate con minuzia e alla declinazione di figure femminili di sconcertante bellezza.
Serpetti introduce nei suoi lavori anche elementi dal forte significato simbolico, che arricchiscono il dipinto di risvolti spirituali ed enigmatici, andando a lambire la sfera dell’esoterico. La ricchezza e la complessità di queste opere dà luogo al loro lento svelarsi agli occhi dell’osservatore, che deve necessariamente passare prima da un approccio intuitivo, per approdare poi a una lettura più riflessiva e partecipata. Sono narrazioni dense di citazioni, che rivelano una cultura visiva ampia e profonda, e comunicano suggestioni arcane, tuttavia aperte sempre a nuove interpretazioni.
PAOLO LEVI – critico e storico dell’arte
(da Creazioni; Centro Diffusione Arte Editore, 2011)