Antonietta Campilongo. Per @ntonietta riserverò sicuramente altro spazio nelle mie pagine perchè sarebbe riduttivo parlare di @ntonietta limitatamente alla produzione pittorica. Troppe sono le mostre da lei curate, dalle primissime negli spazi di Neoartgallery alle più recenti presso la Fonderia delle Arti. In tutte queste, non sono mai mancate creatività e innovazione. Mai ho visto ripetersi lo stesso copione. Video, performance, allestimenti, ambientazioni… Un turbine di rappresentazioni sempre diverse. Una sola “cosa” é sempre uguale, il grande successo di pubblico ed il grande seguito di amici che, come fossero in pellegrinaggio, rendono omaggio al lavoro e alla passione di @ntonietta. Non mi sono stupito, quindi, in occasione della sua personale ” Alterocrazia – Mutazioni per sequenze (non) ripetute” vederla scendere lentamente le scale guidando verso altre sale espositive un visitatore “non vedente”, era una situazione paradossale ma lei ci ha abituati. Questa “performance” ancora di più ha confermato che, dove c’è @ntonietta in mostra, l’attrattiva maggiore non sono le opere, in cui i soggetti, la tecnica, le luci e le prospettive sono ingredienti dosati benissimo, con la sapienza di chi l’arte ha nel sangue. L’attrattiva è, anzi sono, i partecipanti. Partecipanti, non visitatori, in quanto con @ntonietta non puoi essere passivamente presente, o prendi parte come il “non vedente” o rimani al buio come un “non presente”.