THREE ARTS FILUM RUBRUM SCANDINAVIAN TOUR
Ho notato un articolo americano pubblicato su Artis Spectrum nel quale, dopo le due mostre in una nota galleria di Chelsea, quartiere artistico di New York, la pittura di Mauro Filigheddu viene classificata come ‘impressionismo astratto’, ma a mio avviso questa è una definizione prettamente americana.Infatti in Europa, e soprattutto in Italia, il termine ‘astratto’ compare soltanto quando ogni tipo di figura è totalmente assente (Es. Mirò, Kandinsky, Hartung e così via). Se la figura è presente anche in lontano abbozzo, è preferibile parlare di ‘informale’.Io e alcuni miei collaboratori abbiamo allora contribuito al conio del più appropriato appellativo di questa corrente usando il termine ‘Imprespressionismo’ (Imprexpressionism), con il quale abbiamo intitolato la mostra antologica dell’artista a Cagliari (2016).Questo termine suona più conforme in quanto nell’artista coesistono tanto impressionismo quanto espressionismo. L’impressionista, infatti, coglie in loco (en plein air) l’immagine e la mette direttamente sulla tela, mentre l’espressionista utilizza idee interiori che compongono un’immagine che risulta non formale. Nel caso di Filigheddu avviene invece che egli dapprima osserva in loco una figura e poi la mette su tela in studio, collocando in essa tanto elementi di impressione quanto di espressione.Inoltre le sue caratteristiche ‘Maskface’ (neologismo inglese nato dalle opere di questo artista unendo i vocaboli Mask e Face) derivano infatti dall’osservazione di tutti i volti che si incontrano giornalmente per le strade, i luoghi di lavoro, i luoghi pubblici, che poi vengono da lui distorti in maniera espressionista a guisa di maschera, anche in conseguenza delle sue peculiarità di nativo e residente in Sardegna, dalla quale isola ha assorbito l’enorme patrimonio delle tipiche maschere dei mille carnevali sardi, dalla ‘Sartiglia’ ai ‘Mammuthones’.