Neoartgallery e Strategic ART
presentano
Dai Mamuthones alle Maskface
Opere di
MAURO FILIGHEDDU
A cura di Giorgio Bertozzi e Ferdan Yusufi
Le Maskface di Mauro Filigheddu sono perennemente inchiodate, con il loro profondo sguardo, sullo spettatore, c’è l’indefinito dietro le orbite spalancate di quei volti che ci guardano, l’indefinito ma non il vuoto, l’assenza di rumore, mai il silenzio. Già Stanley Kubrick nel suo capolavoro Eyes Wide Shut ha riservato uno spazio determinante alla maschera quale strumento non tanto di sottrazione di identità quanto di amplificazione sensoriale e comunicativa, una sorta di Issohadores che preludono e affiancano l’arrivo dei più chiassosi Mamuthones. Per catturare l’attenzione, alle Maskface, non servono i campanacci dei Mamuthones da cui i volti di Filigheddu discendono. Così come in altre occasioni espositive, anche nella personale, che il poliedrico artista, figlio genuino della solare isola dei Sardi, inaugurerà il 26 settembre ad Olbia, le Maskface irromperanno nei locali del Museo Archeologico, che ospita l’evento, con la stessa potenza che faceva affermare, per le opere di Francis Bacon, di essere in possesso di un taglio violentemente neo-espressionista avendo raccolto l’urlo nel quale Munch dava spazio a tutto il dolore senza requie che l’uomo porta con se. Differentemente da Bacon o da Munch, Filigheddu non ha la necessità di trasfigurare le immagini o di accennarne il disfacimento, tende piuttosto a calamitare l’osservatore con un ipnotico sovrapporsi di orbite che fuoriescono, come fossero sarisse, da una immensa falange di Mamuthones-Maskface. Mauro Filigheddu è andato, anche per questo, oltre il neo-espressionismo traghettandoci nell’ imprespressionismo. Giorgio Bertozzi
Nelle opere di Mauro Filigheddu, oltre al colorismo definito da alcuniimprespressionismoper via della commistione tra le due note correnti di pensiero, compaiono spesso in maniera seriale alcune pitture definite dall’autore come Maskface.
Certamente dall’inquietudine delle svariate tradizioni carnascialesche, che nel cuore della Sardegna non sono particolarmente allegre, l’autore ha tratto spontanea ispirazione nella creazione delle Maskface. L’antico carnevale della Sardegna centrale è infatti caratterizzato da inquietanti maschere lignee che rappresentano figure angosciose, tre le quali le più note sono quelle dei Mamuthonesdi Mamoiada, ma ne esistono molte altre in diversi centri, come ad esempio i Colonganosdi Austis, i Corrajosdi Paulilatino, i Merdùlesdi Ottana, e tanti altri.
La prima Maskfacenacque nel 1994. L’autore gesticolava con i pennelli in maniera fauvisticaquando vide comparire sulla tela questi volti dal naso scolpito che da quel momento in poi lo hanno conquistato, cosicché a tutt’oggi ne ha dipinto svariate decine di differenti tinte e formati. Queste lo caratterizzano e identificano ad un solo sguardo anche fugace. L’appellativo nacque dal fatto che inizialmete l’autore pensò di chiamarle Mascherofacceo peggio ancora Facciamaschere, ma visto che suonava davvero cacofonico si rifugiò nella lingua inglese con l’elegante neologismo Maskface.
Infatti, in occasione delle quattro mostre dell’autore in America il termine Maskface, comparso in alcune riviste di Arte in USA è diventato un nuovo vocabolo inglese, in quanto esiste la parola Maske la parola Face, ma solo adesso è comparso il termine Maskface.
Per i motivi sopra descritti si può dire che la vera Sarditàdi Mauro Filigheddu è interamente visibile allo sguardo anche fugace di una Maskface, più che alle tele non meno interessanti raffiguranti svariati soggetti di ogni foggia o colore. Ferdan Yusufi
Il colorismo e e le forme essenziali costituiscono una caratteristica nelle opere di Mauro Filigheddu.
Le visioni sembrano anticipare una pseudo-figurazione e mostrano il desiderio di raccontare una vita ma anche e soprattutto differenti vite.
In particolare nelle Maskface si evidenzia una specificità caratterizzante della personalità dell’autore, e in queste e in tutte le altre opere egli inserisce l’essenza vitale in una forma impropria e inattesa che si snoda e si presenta agli occhi dello spettatore come in un flusso senza soluzione di continuo.
Si può affermare che nell’artista l’ispirazione estetica dell’impressionismo si mescoli alla genesi interiore dell’espressionismo.Eugenia Tamburri
Eventi Principali:
2018 Istanbul Artist Fair
2017 Forlì EuroExpoArt by Vernice
2016 Cagliari IMPRESPRESSIONI– Personale
2015 Roma – Vista Centro d’Arte – Trame Esistenziali – Personale
2013 USA – New York – Agora Gallery – The Essence of Abstraction
2013 USA – New York – United Nations International School – Italian Artist
2012 Svezia – Stockholm – Artisti Italiani – a cura dell’Istituto Italiano di Cultura
2011 USA – New York – Agora Gallery – Pathway to Abstraction
2008 Roma – Neoartgallery – Mostra Personale
2007 Venezia – 52aBiennale di Arte Contemporanea – P3 Performative Paper Project
2006 Finlandia – Espoo – Artisti Italiani – a cura dell’Istituto Italiano di Cultura
2005 Roma – Galleria della Tartaruga – Mostra Personale
2001 Venezia – Galleria Bonan – Mostra Personale
2000 Germania – Dusseldorf – Schmitz Loekes – Mostra Personale
1999 Principato di Monaco – Monaco Art Gallery – Mostra Personale
1998 Palau – Museo Civico – Mostra Personale
1997 Firenze – Fortezza da Basso – 12aEsposizione Internazionale
1997 Svizzera – Geneve – Palais des Expositiones – Europ’Art
1995 Malta – La Valletta – Mediterranean Conference Center – International Biennale
1993 Firenze – Palazzo degli Affari – 8° Salone Italiano Arte Contemporanea
1989 La Maddalena – Palazzo Comunale – Mostra Personale
L’esposizione si terrà a Olbia
presso Il Museo Archeologico
dal 26 al 30 settembre 2018
Ingresso gratuito
Vernissage:martedì 26 settembre 2018, ore 17:30
Finissage:domenica 30 settembre 2018, ore 17:30
Interverranno: Giorgio Bertozzi Ferdan Yusufi e Eugenia Tamburri
Con il Patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Olbia